Commento ad articolo della ministra Fabiana Dadone – parte 1

Ministra Fabiana Dadone per la Pubblica Amministrazione

Premetto sempre che non sono un fan M5S né di altro partito o movimento che sia, voglio condividere alcuni argomenti della ministra Fabiana Dadone riportati nel suo articolo del 5/10/2020 (clicca per leggere intero articolo), semplicemente perché finalmente leggo discorsi che personalmente avevo ipotizzato circa 20 anni fa, e quindi mi domando se stavolta possa essere la volta buona per la PA. Non bisogna mai smettere di sperare e quindi ascoltiamo cosa ha da dire.

TUTTI HANNO SBAGLIATO

Lodevole quando si ammette che “Si è sbagliato, tutti, dirigenti, dipendenti della PA, compresa l’intera classe politica,” e su questo non ci piove.

LAVORO LEGATO AD UN SISTEMA MISURABILE

Personalmente condivido il concetto che “la mera presenza sul luogo di lavoro non attesti che sia stato fatto un buon lavoro, e che il lavoro non possa essere slegato dal risultato misurabile”. Infatti, è uno dei grossi nodi da districare perché si conosce bene quale sia la resistenza nel far attuare un sistema misurabile in termini di carichi di lavoro.

ALTO SENSO DELLO STATO

La ministra Dadone parla anche di “alto senso dello Stato”, ma mi chiedo, quanti sono oggi i dipendenti pubblici che hanno il “senso dello Stato”? Forse bisognerebbe fare questa domanda a chi ha preceduto la ministra Dadone e chiederne anche le motivazioni che hanno portato migliaia di dipendenti pubblici a perderne il significato.

INTERCONNESSIONE DELLE BANCHE DATI

La ministra Dadone, anche se non è un tecnico, affronta comunque la questione dell’interconnessione delle banche dati delle pubbliche amministrazioni, ponendola quale soluzione ai problemi delle PA. Un atto molto coraggioso, bisogna dirlo, ma si dovrebbe dire anche ai suoi consulenti “informatici” che è vero che esiste un problema di base che si chiama “condivisione del dato”, ma è anche vero che se non si parte dalla base, non si potrà mai arrivare in cima. Con ciò voglio dire che se già all’interno del singolo Comune, piccolo o grande che sia, non si riesce a condividere la banale informazione di un certo dato, immaginiamoci tra Enti diversi. Quindi, il processo di interconnessione va affrontato partendo dalla base.

REINGEGNERIZZARE I PROCESSI

La ministra Dadone dice anche cosa buona e giusta sulla necessaria “reingegnerizzazione dei processi amministrativi, adattarli ai portali web, dire addio al .pdf da stampare e firmare”, ma bisogna sempre sapere che ciò presupporrebbe che ogni singolo ufficio avesse contezza dei propri processi tecnico-amministrativi, che qualcuno riesca ad adattarli ai portali web, che qualcuno dica ai dipendenti come si realizza un pdf da un doc, prima di stamparlo, firmarlo e scansionarlo, tralasciando la questione sulla firma digitale del documento stesso, argomento che per molti sa di occulto.

TEMPI DI EROGAZIONE

Sulla questione della “pubblicazione dei tempi di erogazione di una pratica online, che dovrebbe permettere ai cittadini di sapere in quanto tempo, ad esempio, si possa avere un certificato a Torino o a Roma o in qualsiasi altra città”. Bisogna sempre ricordare ai consulenti “informatici” della ministra, che i tempi di erogazione si ottengono da una data d’ingresso e una di uscita di una certa richiesta con la relativa erogazione del documento richiesto, operazione quindi banale ma impossibile da attuare con le attuali organizzazioni presenti a livello del singolo ufficio che dovrebbe rendere pubbliche queste informazioni.

FORMAZIONE CONTINUA

Son contento invece quando si parla di “formazione continua e che sarà il pilastro portante”, perché in verità fino ad oggi se ne è fatta tanta ma senza alcun risultato tangibile. L’errore fatto fino ad oggi è molto banale, non è mai stata né continua, né mirata alle specifiche attività tecnico-amministrative e non è stato neanche eseguito alcun test di verifica.

SERVONO VERI E PROPRI MANAGER PUBBLICI

Altro concetto interessante della ministra Dadone è sul discorso che “non servono figure dirigenziali timide o esperti giuristi privi però di concretezza gestionale, ma veri e propri manager pubblici”. Si, concordo, ma la questione è che un vero manager non si “mischierà” mai con la politica e non parlerà mai in politichese, che poi è proprio chi è che lo nomina, perché perderebbe il suo status originario. Quindi il risultato sarà sempre un “manager politico” e non un “manager pubblico”.

MA QUAL’E’ LA VERA SITUAZIONE DELLE PA?

Infine, curioso è il paragone riportato che riguarda l’INPS, perché se si pone l’INPS come Ente che ha ancora qualche criticità, allora siamo messi proprio male. Un Ente che è riuscito a rendere digitale qualsiasi suo processo compresi gli endoprocedimenti interni, per non parlare di qualsiasi comunicazione tra i vari uffici e dipendenti stessi. Mi viene il dubbio che la ministra Dadone o i suoi consulenti, sconoscano la vera situazione delle PA a livello locale.

Naturalmente questa è la mia modesta opinione.