ANALISI SUL FUTURO DEI COMUNI PER NIENTE CAPRINA
Ha destato il mio interesse un articolo apparso ieri 15 novembre su “Il Fatto Quotidiano”, a firma Paolo Ferrero, Rifondazione Comunista – vicepresidente Partito della Sinistra Europea.
Aldilà del titolo che incuriosisce e tuona, “Perché è necessario opporsi a Draghi”, mi sono soffermato su alcuni passaggi dell’articolo, alquanto calzanti e veritieri.
Ad esempio, parlando di Draghi e dei suoi “vassalli”, lo definisce: un “uomo della provvidenza”, un “tecnico e non un politicante” che non ha alcuna opposizione. Non è l’unto del signore ma certamente il beniamino di tutta l’informazione mainstream che notoriamente in Italia è in mano a imprenditori e combriccole in gonnella ben infilate nei gangli del potere. Definizione direi perfetta.
La mia attenzione si sofferma su un passaggio specifico dell’articolo, forse perché direttamente interessato, quando il Ferraro scrive dell’articolo 6 del Disegno di legge sulla concorrenza e il mercato, riportando testualmente: “provvedimento, per la prima volta nella storia della Repubblica nata dalla resistenza e fondata sul lavoro, si ipotizza e si pongono le condizioni per realizzare la privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali senza alcuna esclusione.”
Questo periodo espresso da Ferraro mi fa “accapponare la pelle”, perché se da un lato è un pensiero che mi è sempre balenato nella testa, come fatto oggettivamente possibile, da un altro lato si potrebbe palesare una visione ottimistica se si guarda alle ultime dichiarazioni del ministro Brunetta: “rivalutazione delle competenze nella PA”, “gli Enti Locali motore trainante della nazione”, ecc…
A questo punto mi sorge un dubbio, vista l’inaffidabilità in coerenza di questo governo, forse l’ipotesi di Paolo Ferrero non è tanto lontana dalla realtà.
Ai posteri l’ardua sentenza.
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